Questionario disagi da pesticidi

In questi ultimi anni abbiamo assistito ad una vera e propria “industrializzazione” dei
terreni agricoli dovuta soprattutto all’avvento della monocultura della vite.

La piantumazione dei vigneti è avvenuta, in quasi tutti i comuni della nostra zona,
senza regole permettendo così il loro sorgere a confine con altre proprietà, in
vicinanza di luoghi sensibili (scuole, asili, zone residenziali, ecc.), adiacenti alle strade,
ai corsi d’acqua, e con la distruzione sistematica di siepi, togliendo quindi protezioni
naturali alla deriva provocata dai trattamenti, e causando anche un danno notevole
al patrimonio arboreo.

E’ in continuo aumento il numero di cittadini che a causa dei trattamenti effettuati
con pesticidi negli appezzamenti a loro limitrofi, subiscono molteplici disagi trovandosi
così nelle condizioni di non poter più “vivere”, costretti, per difendere la loro salute e
quella dei propri cari, a chiudersi in casa, a chiudere in casa i propri figli, a non poter
usufruire dei prodotti del proprio orto e delle proprie coltivazioni.

In alcuni casi queste precauzioni non sono servite o non servono a nulla, dato che
si sono ammalati o  si ammalano con patologie che sono riconosciute essere provocate
dai pesticidi. 

In poche parole questi cittadini sono violati nelle loro proprietà ed impotenti di fronte ai
pericoli per la loro salute.

Ci sono comuni che ancora non hanno un regolamento di polizia rurale che normi l’uso
dei pesticidi, vedi Gaiarine (una vera vergogna),
ma anche nei comuni dove sono in
vigore, spesso questi regolamenti sono uno specchietto per le allodole in quanto, dopo
la loro approvazione, non vengono messi in atto controlli efficaci per rendere effettivo
il rispetto delle norme approvate e spesso non vengono verificate le segnalazioni dei
cittadini.

A questo fa seguito, come abbiamo visto nei giorni scorsi sui giornali, la presa di
posizione di qualche associazione di categoria del mondo agricolo che “invita” i
sindaci a rendere meno stringenti le norme sull’uso dei pesticidi e minaccia
addirittura di trascinare in tribunale le associazioni che si battono contro l’uso
indiscriminato degli stessi.

Ci sembra utile indicare questo link per una lettura attenta:
https://agronotizie.imagelinenetwork.com/agrimeccanica/2009/02/11/cabina-pressurizzata-
massima-sicurezza-per-l-operatore/6946
.
Un articolo scritto nel 2009 per fare pubblicità ad una cabina pressurizzata, ma
proprio per questo, forse con enfasi di marketing, chiarisce molto bene cosa sono
e cosa fanno i fitofarmaci/pesticidi.

Leggetelo fino in fondo é molto esplicativo ed istruttivo e perfettamente attuale.
Dopo la lettura l’associazione di categoria di cui sopra potrà, senza esitazione e se lo
riterrà opportuno, denunciare AgroNotizie, uno degli informatori agricoli più letti in
Italia, per procurato allarme.

Tutti gli agricoltori ed in particolare i viticoltori oggi sanno molte cose sui pesticidi,
avendo dovuto, per poterli acquistare ed utilizzare, essere in possesso di un
patentino ottenuto attraverso un corso, e sono quindi sicuramente a conoscenza
che questi prodotti chimici sono pericolosi e che in base alla loro classificazione
possono arrivare a nuocere gravemente alla salute e possono essere cancerogeni.

Conoscono così bene la materia che si attrezzano con cabine dei trattori anche
pressurizzate oppure si “palombarizzano” con tute, caschi, maschere, filtri, ecc.
Oggi sono davvero pochi gli agricoltori che ancora non difendono la propria salute
quando maneggiano o distribuiscono in campo i pesticidi, e sono pochi quelli che
non rispettano il tempo di rientro nell’appezzamento trattato, quel tempo di rientro
anche di 48 ore  che deve intercorrere fra la somministrazione dei pesticidi e il
momento in cui l’agricoltore può rientrare nel campo senza pericoli per la propria
salute.

Orbene c’è da chiedersi e chiediamo alle associazioni di categoria, ai vari consorzi
di viticoltori, ai comuni e agli altri enti che dovrebbero salvaguardare la salute dei
cittadini, perché mai, se tali e tante sono le precauzioni che oggi coscientemente
gli agricoltori prendono per proteggere la loro salute, dei semplici cittadini, grandi
e piccoli, dovrebbero essere irrorati nelle loro case? Nelle loro proprietà?
Se percorrono delle strade?  Se giocano in un giardino o magari nel cortile di una
scuola o in campo di calcio? Perché il tempo di rientro dovrebbe valere solo per
l’appezzamento trattato e non per il giardino o l’orto dove la deriva ha portato i
pesticidi? E se, un domani,  il tempo di rientro dovesse essere applicato anche per
la proprietà  adiacente a quella trattata non verrebbe meno il diritto
dell’inviolabilità della proprietà privata?

Perché?
Perché?

Non è allarmismo o procurato allarme: viviamo soprattutto tra aprile e luglio, a causa
deitrattamenti della vite ma non solo, in una “industria chimica a cielo aperto”.

E’ evidente che la soluzione a questa problematica è il passaggio, abbandonando l’uso
dei pesticidi, ad una agricoltura biologica, ma in attesa di questa lunga e faticosa
trasformazione agricola, i cittadini dovrebbero essere almeno “virtualmente” garantiti,
dato che realmente non lo saranno mai, obbligando chi fa uso di pesticidi a regole
stringenti e soprattutto a distanze che possano depotenziare in modo efficace le derive.

Le competenti associazioni di categoria dovrebbero farsi promotrici della transizione al
biologico e dovrebbero sollecitare i comuni ad inasprire le regole e i controlli, e non
viceversa, e non minacciare a destra e a manca.

E’ fuor di dubbio che ci stiamo avviando o per meglio dire siamo già all’interno di una
situazione di non sostenibilità, non solo ambientale ma anche sociale e che quindi la
transizione al biologico è improrogabile ed urgente, ma per rendere tutti coscienti della
situazione in cui ci troviamo  riteniamo ci sia la necessità di portare alla luce le molte
situazioni di disagio e conflitto che si generano ogni giorno nelle nostra zone.

Per questo il seguente questionario, che scaricato e compilato potrà essere inviato alla
nostra associazione, servirà come strumento per avviare una mappatura di tutte le
situazioni critiche ed estrapolare da essa delle statistiche da sottoporre a tutti coloro
che vorranno farsi carico della soluzione di questi problemi, se avranno il coraggio di
affrontare con onestà intellettuale e senso etico la questione.

 

scarica da qui il questionario

INFORMATIVA
se abiti in prossimità di un vigneto
  (o di altra coltivazione intensiva),

se la tua casa, il tuo giardino, il tuo orto
vengono irrorati da pesticidi,

 

 se ritieni che i trattamenti fatti dal tuo
vicino siano diventati un pericolo
per la tua salute

e quella dei tuoi familiari,

 

 se sei costretto a chiuderti in casa

 

invia una mail a info@amicaterra.org

o scarica da www.amicaterra.org
 il questionario, compilalo e invialo via mail

creeremo una banca dati da cui verranno estrapolate
delle statistiche
che renderemo pubbliche e che invieremo
ai sindaci dei comuni interessati

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