I RIFIUTI NON SI BRUCIANO

Stop al piro-gassificatore di rifiuti a Paese (Tv)

di Michele Boato e Gianfranco Milanesi del Gruppo di Lavoro Rifiuti del Veneto

Il Comitato di Paese (legato all’associazione PaeseAmbiente) ha già raccolto oltre 7mila firme contro il Piro-gassificatore che una ditta svedese, Cortus Energy, vuole installare là, con la ridicola motivazione di “bruciare i tralci di vite”, anche se il sindaco ha dichiarato, incredibilmente, che “quelle firme non hanno alcun valore”…
Il Consiglio Comunale ha già votato all’unanimità un parere nettamente contrario.
I sindaci di 7 comuni vicini (Treviso, Ponzano, Volpago, Quinto, Istrana, Trevignano e Morgano) hanno scritto una lettera a parlamentari e consiglieri regionali, denunciando che “è inutile che i Comuni chiedano sacrifici ai propri cittadini,invitandoli, a causa del crescente inquinamento dell’aria, a limitare il riscaldamento domestico, tagliando i PaneVin (i roghi millenari dell’Epifania) e bloccando il traffico, se poi si permettono nuovi impianti industriali che peggiorano la qualità dell’aria”.
La ditta (e con lei, purtroppo, anche qualche tecnico delle istituzioni) definisce “sperimentale” un progetto che costerebbe la bellezza di 13,5 milioni di euro, produrrebbe 30mila MWh di energia elettrica e 17 MWh di calore! Il presidente della Regione Zaia risulterebbe appoggiare il progetto. La ditta promette che, se la “sperimentazione” funziona”, farà altri due o tre impianti simili in altri comuni del circondario…
Il 22 gennaio la ditta presenta l’impianto in un incontro pubblico: si trova di fronte 400 cittadini inferociti.
Incredibili le sviolinate dell’amm. Delegato: “Bruceremo 20mila tonnellate di sarmenti di viti, raggiungendo di colpo il 52% degli obiettivi del Piano per l’energia sostenibile di Paese; così miglioreremo la qualità dell’aria, ecc.”.
Dal pubblico bordate di fischi e urla.” Se fa così bene, andate a farlo a casa vostra!
Le viti sono trattate con sostanze chimiche, bruciarle vuol dire avvelenare ancora di più tutta la zona! Al mondo non ci sono impianti simili” a cui i tecnici della ditta rispondono, imbarazzati: “Sono in via di costruzione”…
Lo stesso sindaco denuncia le bugie: ricorda che ”L’impianto, pur di poco, peggiorerebbe la qualità dell’aria, con polveri sottili, ossidi di azoto e micro-inquinanti: lo dichiara la stessa Società nella relazione che accompagna il progetto” e aggiunge: “Il collaudo del prototipo in Svezia è finito solo lo scorso ottobre; ciò vuol dire che la Società ha presentato il progetto in Comune e Regione prima di concludere lo studio: bella faccia tosta!”
A un certo punto il progettista, ing.Maset, tempestato dalle contestazioni, perde le staffe: “Facciamo quello che la legge ci consente. Se non vi va bene, avete due soluzioni: protestare o cambiare Stato”. Benzina sul fuoco:”Vai tu in Svezia! ecc.”
All’amm.delegato che rinfaccia al sindaco “Il Comune ha rifiutato l’installazione in municipio di un sistema di monitoraggio della combustione”, il sindaco replica:”Non è vero: abbiamo chiesto che sia collegato direttamente all’Arpav, ma la Società ci ha risposto che sarebbe come tirarsi la Finanza in casa. E questo la dice lunga”
Ora l’impianto, che per legge non è sottoposto a Valutazione di Impatto Ambientale, è esaminato dalla Commissione  Tecnica Regionale Ambiente, poi l’ultima parola spetta alla Giunta Zaia. Per questo il Gruppo di lavoro propone che numerosi consiglieri regionali (Andrea Zanoni di PaeseAmbiente e Pd, Manuel Brusco M5S, ma anche consiglieri di maggioranza) presentino al voto una mozione sull’impianto di Paese e la politica regionale relativa a Biomasse ed energie rinnovabili, per uscire dall’equivoco sostegno alle Biomasse che sta al centro del Piano energetico regionale proposto dalla Giunta nella scorsa legislatura, e mai approvato dal Consiglio.
L’impianto proposto a Paese è dello stesso tipo di quello che i Comitati stanno bloccando da anni ad Arzignano (Vi), a brevetto scandinavo: una camera di combustione ad alta temperatura senza ossigeno (pirolisi), vetrificazione di scorie (comunque in discarica), fuoriuscita di almeno un 5% di polveri e nano-polveri (che non possono essere filtrate), bilancio economico in attivo solo grazie ai “certificati verdi” per energie rinnovabili! Lì avrebbe dovuto bruciare fanghi di conceria, ma la prova fatta a Bergen (Norvegia) ha dato esiti assolutamente negativi.
Lo stesso tipo di impianto è riproposto a Torri di Quartesolo (Vi) per bruciare la pollina (deiezioni dei polli),anch’esso bloccato; a Piazzola sul Brenta (Pd), Gaiarine (Tv) e a Cassola(Vi), dove, tre anni fa, lo abbiamo bloccato a furor di popolo (consulenza tecnica gratuita di Ecoistituto del Veneto Alex Langer), nonostante l’appoggio spudorato della Sindaca (poi battuta da una lista civica anti-incenerimento) e della Regione, che lo stava approvando come “impianto di riciclo”…
L’ISDE(Associazione Medici per l’Ambiente) di Arzignano sottolinea che un tale investimento non è assolutamente “sperimentale” e che, una volta riusciti a piazzare un impianto, poi crescerebbe “a stadi”, sempre nello stesso sito.
Che brucino “tralci di vite” può anche essere vero ma:
è vietato bruciare materiali intrisi di veleni chimici (e i tralci di vite non bio lo sono);
– le quantità locali sono tali che, in un impianto come questo, si esaurirebbero in qualche giorno: per il resto dell’anno brucerebbe di tutto, proveniente da dovunque.
– i terreni hanno bisogno di arricchimento di materia organica, il che diventa impossibile se questa viene bruciata.

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