Pesticidi (serata informativa)

L’espansione della coltivazione della vite anche nel nostro territorio, pone, sempre di più, seri problemi di salute pubblica.

 La vite necessita, alle nostre latitudini e al contrario di altre coltivazioni, di continui trattamenti che rendono,  nel periodo da aprile a luglio e parte di agosto, i nostri “campi” delle industrie chimiche a cielo aperto.

Mentre gli agricoltori ed in particolare i viticoltori, che praticano l’agricoltura convenzionale, cioè agricoltura non biologica, sono a conoscenza della pericolosità dei prodotti chimici che usano, tant’è che si attrezzano  con protezioni adatte,  così non è per i cittadini non coltivatori che non molto sanno degli effetti che questi prodotti chimici hanno sulla loro salute e sull’ambiente, cittadini che sono però “irrorati” quasi quotidianamente.

 Conoscere è il primo passo per diventare consapevoli, e solo le persone consapevoli possono essere i motori di un  cambiamento ed incentivare il passaggio ad una agricoltura “dolce” in grado di rispettare la terra e le persone.

Va anche detto che molti comuni, come il comune di Gaiarine, sono ancora sprovvisti di regolamenti di Polizia Rurale, e che,  anche se  in passato  li  avessero adottati, ora questi  risulterebbero  inadeguati a proteggere le aree sensibili (scuole, abitazioni, orti, ecc) e i cittadini in genere,  in quanto quasi sempre  non  tengono  conto del grande cambiamento avvenuto nel territorio  a causa della “monocultura” della vite.  

Il barone tedesco Justus Von Liebig (1803-1873, più noto al grande pubblico, ahimè, per l’estratto di carne, i dadi o le figurine che portano il suo nome), colui che introdusse le sostanze chimiche di sintesi nell’agricoltura, diventando un  supremo nume dell’industria chimica tanto da ricevere premi per la ricerca agraria, alla fine della sua vita lasciò un testamento nel quale  ammise di aver basato la sua intera vita professionale su fondamenta errate.

Ne riportiamo un passaggio che è di agghiacciante attualità:

L’arte dell’agricoltura si perderà per colpa di insegnanti ignoranti, ascientifici e miopi che convinceranno gli agricoltori a riporre tutte le loro speranze in rimedi universali, che non esistono in natura. Seguendo i loro consigli, abbagliati da risultati effimeri, gli agricoltori dimenticheranno il suolo e perderanno di vista il suo valore intrinseco e la sua influenza”

 

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